The China Mail - Donne e ragazze nella scienza, in Italia sono solo il 34%

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Donne e ragazze nella scienza, in Italia sono solo il 34%

Donne e ragazze nella scienza, in Italia sono solo il 34%

Radiologi (Sirm),'colmare gap, soprattutto in posizioni apicali'

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"Oggi, in Italia, le donne impegnate nelle Steam - acronimo per Scienza, Tecnologia, Arte, Ingegneria e Matematica - sono 400mila, cioè il 34% del totale di chi opera in questi settori, considerati di interesse prevalentemente maschile. Una visione ormai obsoleta, a cui è necessario porre rimedio con un cambio di punto di vista e un maggiore impegno nell'inclusione. E' necessario colmare il gap, soprattutto nelle posizioni dirigenziali". Lo ha affermato la presidente della Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (Sirm), Nicoletta Gandolfo, in occasione di un convegno promosso dalla Firm per la Giornata internazionale delle donne nella scienza. "L'Italia è uno dei paesi che storicamente ha spinto meno le donne verso gli studi e le professioni scientifiche, probabilmente a causa di retaggi culturali -spiega Gandolfo - eppure negli ultimi anni stiamo assistendo a un aumento della nostra inclusione sia nelle scienze che tra le posizioni apicali; significa che ci si è resi conto che per interpretare il mondo è necessario anche il nostro sguardo, in grado di offrire punti di vista differenti e di svecchiare il linguaggio in ogni ambiente. La radiologia, nello specifico, parla sempre più al femminile: le posizioni di medici nucleari, radiologi e fisici sanitari oggi sono spesso ricoperte da donne. Per questo siamo convinti dell'importanza di abbattere lo stereotipo che le vede inadatte a occuparsi di materie scientifiche, e a promuovere il loro inserimento in queste realtà e nelle posizioni dirigenziali". L'impegno delle donne, sottolinea Gandolfo, "si coniuga infatti con una maggiore sostenibilità, in una visione one health in cui inclusione e rispetto delle risorse vadano di pari passo". Attualmente, "nelle facoltà di medicina, le donne sono molte di più rispetto al passato, e in futuro le vedremo ricoprire ruoli in specialità che un tempo erano a prevalenza maschile. Avremo urologhe e ortopediche, ma anche più ingegnere e fisiche. È questa - conclude Stefania Montemezzi, coordinatrice della Commissione Diversità, Equità e Inclusione (Dei) della Sirm - la vera rivoluzione culturale a cui assisteremo, e che vogliamo sostenere attraverso il lavoro svolto dalla nostra Commissione".

B.Carter--ThChM