

Borse in pelle di T-rex, la sfida biotech che punta al lusso
Ma l'annuncio di tre compagnie private suscita perplessità
Ottenere una borsetta in pelle di tirannosauro entro la fine del 2025: è l'ambiziosa sfida intrapresa da tre aziende (l'olandese 'The Organoid Company', la britannica 'Lab-Grown Leather' e l'agenzia creativa 'Vml' con sede ad Amsterdam), che intendono conquistare i marchi del lusso con nuovi materiali paleo-ispirati che siano cruelty-free, sostenibili e ad alte prestazioni. I loro obiettivi sono riportati in una nota congiunta, che non manca però di suscitare qualche dubbio in merito alla reale fattibilità del progetto. Del resto non sarebbe la prima volta che aziende e startup cavalcano i recenti progressi delle biotecnologie per fare annunci molto discussi che conquistano le prime pagine dei giornali, dalle polpette con Dna di mammut (la cui campagna pubblicitaria venne curata un paio di anni fa dalla stessa agenzia Vml) alla più recente e dibattuta de-estinzione del metalupo. Per realizzare la prima Jurassic bag, il consorzio di imprese intende usare come modello il collagene fossile del tirannosauro, un materiale che però è ancora al centro di un forte dibattito scientifico. Uno studio del 2007, infatti, aveva annunciato il sequenziamento di brevi frammenti di collagene da un fossile di T- rex, ma i risultati erano stati criticati perché ritenuti sfalsati da contaminazioni con collagene di struzzo e alligatore. Se anche il team riuscisse a mettere le mani su dell'autentico collagene di T-rex, dovrebbe comunque averne un campione molto ben conservato e non frammentato: solo così potrebbe individuare gli amminoacidi che lo compongono e tradurli nelle sequenze di Dna necessarie per produrli all'interno di una cellula. Le sequenze andrebbero quindi inserite nel genoma di cellule di biopelle coltivate da The Organoid Company per avviare poi la produzione.
P.Ho--ThChM