The China Mail - Francesca Comencini, lettera d'amore al padre che mi ha salvata

USD -
AED 3.672498
AFN 66.278316
ALL 82.286767
AMD 381.405623
ANG 1.790403
AOA 917.00002
ARS 1450.564198
AUD 1.514417
AWG 1.8
AZN 1.697242
BAM 1.668053
BBD 2.013416
BDT 122.25212
BGN 1.66944
BHD 0.37697
BIF 2955.517555
BMD 1
BND 1.290672
BOB 6.907492
BRL 5.527305
BSD 0.999672
BTN 90.191513
BWP 13.210404
BYN 2.933001
BYR 19600
BZD 2.010516
CAD 1.379755
CDF 2263.999888
CHF 0.795601
CLF 0.023236
CLP 911.550398
CNY 7.04125
CNH 7.036685
COP 3863.71
CRC 498.08952
CUC 1
CUP 26.5
CVE 94.043045
CZK 20.766403
DJF 178.015071
DKK 6.37969
DOP 62.81557
DZD 129.63396
EGP 47.590799
ERN 15
ETB 155.468002
EUR 0.8539
FJD 2.283699
FKP 0.746974
GBP 0.747803
GEL 2.68995
GGP 0.746974
GHS 11.495998
GIP 0.746974
GMD 73.501218
GNF 8739.594705
GTQ 7.656257
GYD 209.143749
HKD 7.780745
HNL 26.330401
HRK 6.432501
HTG 130.92649
HUF 330.323966
IDR 16735.5
ILS 3.210505
IMP 0.746974
INR 89.672804
IQD 1309.515179
IRR 42125.000006
ISK 126.029813
JEP 0.746974
JMD 159.951556
JOD 0.708992
JPY 157.294501
KES 128.901985
KGS 87.449865
KHR 4003.445658
KMF 420.999696
KPW 899.985447
KRW 1478.840165
KWD 0.30732
KYD 0.83301
KZT 515.774122
LAK 21648.038141
LBP 89518.671881
LKR 309.300332
LRD 176.937412
LSL 16.761238
LTL 2.95274
LVL 0.60489
LYD 5.418406
MAD 9.162342
MDL 16.859064
MGA 4495.599072
MKD 52.551585
MMK 2099.831872
MNT 3551.409668
MOP 8.012145
MRU 39.906011
MUR 46.149573
MVR 15.459728
MWK 1733.41976
MXN 18.031765
MYR 4.077032
MZN 63.910399
NAD 16.761166
NGN 1457.903065
NIO 36.785119
NOK 10.18185
NPR 144.308882
NZD 1.74121
OMR 0.384499
PAB 0.999663
PEN 3.365814
PGK 4.308816
PHP 58.725048
PKR 280.102006
PLN 3.59715
PYG 6673.859367
QAR 3.645474
RON 4.3458
RSD 100.228971
RUB 80.525675
RWF 1455.461927
SAR 3.75079
SBD 8.140117
SCR 13.762717
SDG 601.497808
SEK 9.316225
SGD 1.292755
SHP 0.750259
SLE 24.096097
SLL 20969.503664
SOS 570.329558
SRD 38.67796
STD 20697.981008
STN 20.895879
SVC 8.747159
SYP 11057.107339
SZL 16.766099
THB 31.460123
TJS 9.231602
TMT 3.51
TND 2.921974
TOP 2.40776
TRY 42.80983
TTD 6.783
TWD 31.5475
TZS 2494.99991
UAH 42.222895
UGX 3571.01736
UYU 39.172541
UZS 12055.48851
VES 279.213402
VND 26312.5
VUV 121.400054
WST 2.789362
XAF 559.461142
XAG 0.015229
XAU 0.000231
XCD 2.70255
XCG 1.801636
XDR 0.695787
XOF 559.458756
XPF 101.714719
YER 238.450186
ZAR 16.77835
ZMK 9001.204375
ZMW 22.742295
ZWL 321.999592
Francesca Comencini, lettera d'amore al padre che mi ha salvata
Francesca Comencini, lettera d'amore al padre che mi ha salvata

Francesca Comencini, lettera d'amore al padre che mi ha salvata

Il tempo che ci vuole, Gifuni e Vergano tra privato e universale

Dimensione del testo:

(dell'inviata Alessandra Magliaro) Un padre e una figlia, la crescita, gli inciampi, il dialogo, la tossicodipendenza, la generazione perduta, l'ascolto, l'abbraccio, la fragilità di un genitore e quello di una ragazza che rischia di perdersi, il rigore, la passione, il senso di fallimento: c'è un mondo dentro Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini, "una lettera d'amore per mio padre Luigi e per il cinema". Il film, oggi fuori concorso a Venezia 81, è un confronto serrato, coraggioso, diretto, affettuoso tra Francesca e Luigi, Romana Maggiora Vergano e Fabrizio Gifuni. Il tempo che ci vuole, in sala dal 26 settembre con 01, oggi ha fatto commuovere Venezia coinvolgendo chi ha vissuto quegli anni '70, '80 ma anche le giovani generazioni. Parla di "teatro della memoria" Francesca Comencini, "ho vissuto tutta la vita come un teatro sempre aperto nella mia testa. Un cono di luce si andava a mettere su momenti reali, ma anche su quelli sognati, ricordi sfocati che sono diventati la materia del film". Ma "non è un film sul mio privato, perlomeno non solo questo, l'ho pensato e spero arrivi - dice all'ANSA la regista - come un film che da questa storia personale parli a tutti, raggiunga un carattere di universalità raccontando quel rapporto fondamentale per qualunque donna che è la relazione padre-figlia". C'è l'infanzia magica, perfetta. Il padre grande regista, uomo d'altri tempi, gentile, misurato, onesto, sta preparando Pinocchio e la osserva, le parla composto mentre lei ascolta, gioca, disegna, si diverte sul set come il personaggio di una favola. La bambina diventa una ragazza che cresce confusa, con una strada non chiara, sentendosi non all'altezza delle aspettative del padre e si perde nella tossicodipendenza. Lei nega, lo maschera in casa, ma fuori è come altri di quella generazione spazzati via dalla droga, uno dei tanti traumi di quell'epoca oltre al terrorismo. Il padre è disperato, non sa come gestire, chiede la verità, riceve bugie, poi decide di non far finta di niente e la porta via a Parigi promettendole di non lasciarla neppure per un momento. È dura ma ci si può salvare e il cinema, palestra di una vita, è un nuovo inizio. "Sarebbe piaciuto a mio padre? È una domanda paralizzante, spero di sì, di sicuro è omaggio alla persona che mi ha salvata", risponde commossa. "Tutta la vita ho cercato di non essere percepita come 'figlia di' ma ora, passato 'il tempo che ci vuole', superati i 60 anni, mi permetto il lusso di dire che sono sua figlia e sono abbastanza vecchia e brava per fare il film che da una vita tenevo dentro. L'ho messo a fuoco durante il lockdown quando tutti siamo stati attraversati dall'angoscia di perdere le cose e inciampavamo nei ricordi. Quel periodo mi ha permesso di capire anche l'amore per il cinema". Nel film ci sono solo loro due, mentre la famiglia Comencini è una grande famiglia, tutta legata al cinema: si è voluta riprendere uno spazio tutto per se? "No, ho condiviso ogni pagina, ho avuto sostegno e vicinanza delle mie sorelle Paola, Eleonora, Cristina ma sentivo che non avrei potuto fare diversamente questo racconto se non sola io con mio padre". Elaborare la sua storia è anche fare i conti con la tossicodipendenza. "Tra i traumi della mia generazione c'è stata la droga, ha avuto lo stigma della vergogna, io stessa l'ho vissuto ma vorrei dire che si può uscire e pure a testa alta. Elaborare tutto questo e trasmetterlo ai giovani spiegando che questo problema si può presentare ma anche risolvere mi sembrava un passo importante". Fabrizio Gifuni, abituato a stare nelle vite degli altri anche famosi (Aldo Moro fra tutti), così come Romana Maggiora Vergano che il personaggio lo aveva presente dietro la macchina da presa, avevano due ruoli emotivamente complicati "ma siamo stati subito liberati - rispondono all'ANSA - da questi fantasmi, subito presi invece dal cuore del film, dal rapporto padre- figlia". Il padre - osserva Gifuni - "ha questo senso di fallimento, ma prima si introietta questo pensiero prima lo si supera. La cultura occidentale ha da anni alla base una stortura, quella dell'essere performativi, ci divide in perdenti e vincenti ma prima ci si libera di queste cazzate più siamo al riparo. La vita è anche questo, sbagliare continuamente e rialzarsi". Romana Maggiora Vergano, reduce dal successo di C'è ancora domani di Paola Cortellesi, si augura che Il tempo che ci vuole sia visto dalla sua generazione di 20-30enni. "Prima che attrice sono una giovane donna che ha sperimentato il senso assoluto di inadeguatezza. Questo film è un coming of age, la storia di una crescita e la comprensione che il viaggio dentro la la conoscenza di sé dura una vita". Il film è una produzione Kavac Film con Rai Cinema, Les Films du Worso, IBC Movie e One Art.

Francesca Comencini, lettera d'amore al padre che mi ha salvataFrancesca Comencini, lettera d'amore al padre che mi ha salvataFrancesca Comencini, lettera d'amore al padre che mi ha salvata

X.Gu--ThChM