Giornata Mondiale Diabete, quasi 4 milioni italiani con diagnosi
Iss alla guida due progetti europei per prevenzione e gestione
In Italia poco meno del 5% della popolazione adulta, pari a quasi 4 milioni di persone, ha ricevuto una diagnosi di diabete negli ultimi due anni, con una prevalenza in aumento e fortemente legata all'età. A ricordarlo, in vista della Giornata Mondiale del Diabete che si celebra domani 14 novembre, sono i ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), capofila di due importanti progetti europei, Care4Diabetes e Jacardi, entrambi finalizzati a migliorare la consapevolezza, la cura e la raccolta dati sul diabete in Europa. Il primo promuove l'autogestione del diabete tramite programmi educativi e una piattaforma digitale, il secondo mira invece a creare il Registro Nazionale del Diabete e a sviluppare percorsi di screening pediatrico per diabete di tipo 1 e celiachia, per rafforzare prevenzione e pianificazione sanitaria. L'obiettivo è fornire strumenti condivisi e sostenibili per la pianificazione sanitaria e la prevenzione delle complicanze. "La prevalenza del diabete cresce con l'età e nelle persone tra i 50 e i 69 anni sfiora il 9% - spiega il presidente dell'Iss, Rocco Bellantone -. Si tratta di una delle principali sfide per la salute pubblica, su cui l'Istituto è fortemente impegnato, dall'epidemiologia alla prevenzione". Secondo la sorveglianza Passi dell'Iss (2023-2024), la prevalenza del diabete è più alta tra gli uomini (5,2%) rispetto alle donne (4,4%) e cresce fino al 16% tra le persone con basso livello di istruzione o difficoltà economiche. Il fenomeno è più diffuso nel Sud (6%) rispetto al Nord (4%). Il diabete è inoltre spesso associato ad altri fattori di rischio cardiovascolari: ipertensione (50%), ipercolesterolemia (40%), eccesso di peso (70%) e sedentarietà (48%). Solo il 36% dei pazienti ha controllato l'emoglobina glicata negli ultimi quattro mesi. Nella Regione Europea dell'Oms si stima che oltre 66 milioni di adulti convivano con il diabete, con una prevalenza del 9,8%. "Una persona su dieci potrebbe sviluppare la malattia entro il 2045 - ricordano gli esperti -. Per questo è necessario rafforzare le politiche di prevenzione e la collaborazione internazionale".
R.Yeung--ThChM